In questi giorni si va concretizzando un nuovo progetto. Ogni volta che questo mi accade, rimango affascinato dal processo che rende possibile il percorso da un’energia sottile come un pensiero, a tutta una serie di incontri, eventi, oggetti reali e persone in carne e ossa. Insomma, a questi piccoli o grandi miracoli.

Un progetto creativo che si possa chiamare tale, ha sempre origine da un’intuizione. In quest’ultimo caso, ad esempio, l’ho avuta in una maniera davvero poco suggestiva, benché intensa. Uscivo dal bagno.
Immagine che rende bene l’idea del fatto che l’intuizione stia sempre in agguato dietro l’angolo. Non per forza dobbiamo essere appena riemersi da una seduta di meditazione, oppure avvolti da un meraviglioso ambiente naturale. Anche il bagno può fare al caso nostro.

E così, dopo l’idea, parte la fase di progettazione. A chi è già capitato di vivere questi aspetti sa esattamente di cosa sto parlando: ci troviamo catapultati dentro una dimensione mentale, astratta, nella quale il rischio che dall’euforia si passi alla disperazione è altissimo. Da qui al naufragio basta un soffio.
L’esperienza mi insegna che la scelta più saggia è quella di frequentare questa fase per il minor tempo possibile e di fare delle mosse che la forzino dentro un salto di concretezza. Gli escamotage possono essere diversi: darsi una deadline di attuazione; cercare riscontri in coloro che potrebbero aiutarci a valutare con più lucidità la bontà e/o la fattibilità del nostro progetto; creare una strategia (scritta a mano e la mattina molto presto sarebbe il top) con i vari passi da compiere, procedendo per livelli, dal più semplice al più difficile. E, poi, rispettare quello che la vita, attraverso i feedback e gli avvenimenti, porta nel piatto in cui mangiamo.

La vitalità di un progetto non è necessariamente il suo immediato successo, ma la sua capacità, o meglio la nostra, di crescere e di evolvere in modo graduale ma continuo, verso un inevitabile successo.

E se, malgrado tutto, ci trovassimo costretti ad abbandonare un progetto a cui tenevamo? Faremmo bene a salvare scrupolosamente tutto il buono maturato in quell’esperienza, a non sprecare nessun errore, nessuna delusione… per ripartire da capo, ma con un’intuizione ancora più bella.

Buon lavoro, vi abbraccio

Matteo

 

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