Cammini già verso te stesso? Quando accompagno i miei clienti nelle passeggiate interiori e creative, la cosa che mi dà un grande stimolo è vedere i loro passi prendere calma e profondità. E, dettaglio non da poco, ciò accade anche con chi lavora con me da remoto!
All’inizio, il più delle volte il passo è inconsapevole. Il corpo è una strana marionetta mossa da emozioni e pensieri. Gambe, braccia, mimica facciale e gestuale, respiro e battito cardiaco sono alla mercé di ciò che “diciamo”, ovvero di ciò che senti nella fretta di voler “risolvere” i tuoi problemi.
Mi permetto ora una note personale, che serve a centrare il tema dell’articolo…
Io non so da dove nasca questa mio competenza di ascolto. Certo la musica l’ha aiutata ad emergere, ma non l’ha “creata”. C’era già. L’ho sempre avuta.
La mia formazione atipica e in netto contrasto con le “linee guida” del mondo dei curriculum e delle accademie, da cui mi sono sempre sentito molto poco attratto, mi ha donato questa professionalità sui generis. A cui in fondo è votata la mia stessa vita e che amo profondamente.
ED ECCOMI AL PUNTO: ognuno di noi merita di fare un Lavoro con la l maiuscola!
E quale sarebbe questo lavoro?
Rispondo imitando lo stile di mia figlia di quattro anni quando lo fa in modo secco e sicuro (e immensamente da sbaciucchiare): “Quello che ami fare e in cui sei bravo… facile!”.
La cosa veramente assurda è che arriviamo all’età adulta (diciamo oltre i trent’anni) e siamo ancora TOTALMENTE IMPREPARATI a rispondere a una semplicissima domanda:”Ma a te, che cosa piace fare e in cosa ti senti bravo?”.
Se non sappiamo rispondere a questa domanda (e non di certo solo per colpa nostra), a livello professionale la nostra vita è in balia di tale inconsapevolezza. È come correre in discesa e non riuscire più a fermarsi.
Per farlo serve una cosa: IL CORAGGIO DI CAMBIARE. E le maiuscolone qui, ci stanno alla grande.
E cioè il coraggio di ri-prenderti la responsabilità di ciò che nella tua vita si trova in una visione consapevole, invece che inconsapevole. Sole, invece che nebbia.
La sfera professionale, che ti serva per tirare a campare o che tu sia ricco sfondato e rappresenti più una mera occupazione del tuo tempo su questa Terra, è FONDAMENTALE per sentirti VIVO. E forse anche per Esserlo.
Perciò rispondere a quella domanda (che riporterò alla fine) è così importante.
Io passeggio nella natura con Paolo e Paolo dopo poco tempo ha completamente cambiato il modo di camminare, che prima era quasi “a scatti” e che adesso si è fatto dolce e lascio che sia lui a guidare il ritmo dolcemente.
Ma, ancor più bello, è il suo cercare la profondità, il suo cercare sé stesso senza più fuggire (forse il passo è più lento per questo?).
E ciò unito con la capacità di fermarsi quando i sensi notano un dettaglio che l’anima desidera gustare… come il far capolino di un fiore, di un cielo azzurro fra gli alberi, il fruscio di una lucertola, il lavorio di una formica, il richiamo del proprio respiro.
Da LÌ la visione è molto, ma molto più vicina a ciò che SEI. E da ciò che sei a ciò che VUOI e PUOI il passo si fa molto più breve, coerente e, soprattutto, POSSIBILE!
Queste cose sono difficili da spiegare a parole… Perciò a volte mi avvalgo un po’ anche del mio amore per la poesia, oltre che per la musica.
Perché la vita è poesia e noi siamo la mano che la scrive.
E abbiamo il compito bellissimo di ritrovarci, di fare della nostra vita un’opera d’arte.
Abbiamo la responsabilità della nostra gioia, del nostro crescere.
E tutto questo lo possiamo compiere ri-connettendoci alla nostra essenza. Per un vivere che sa ascoltarsi, che sa scegliere il proprio passo e che sa fermarsi se c’è un buon motivo per farlo.
Allora sì, che diventiamo un dono per noi stessi e per il mondo.
Come anticipato, chiudo riportandoti la domanda:
“Ma a te, che cosa piace fare e in cosa ti senti bravo?”
Se lo desideri scrivi nei commenti ciò che ti smuove, quello che senti, quello che sai e anche quello che non sai. Tutto serve, quando si cammina verso sé stessi.
Matteo