Sono tornato oggi dalla montagna. Lì per sudare come sto sudando ora da fermo, dovevo raggiungere di corsa questo lago a 2.000 metri dentro.

Caldo e siccità sono un fatto e, per quanto mi riguarda, non ho bisogno di allarmi e divieti per riflettere sul mio essere o meno ecologico.

E se essere ecologici fosse anch’esso prima di tutto un fatto interiore? Se non si ama conoscere se stessi, si può imparare ad amare davvero la natura, che è la prima casa di ogni essere umano?

Già da bambino mi interessavo di inquinamento e di cultura ambientale, semplicemente per indole. Ma ho dovuto capire negli anni che il primo inquinamento è quello interiore. E che le emissioni di CO2 sono inversamente proporzionali soltanto alle emissioni della consapevolezza e del ben-essere.

Io do per certo che più resteremo frustrati e compulsivi come individui che formano la società, più il livello di emissioni aumenterà, nonostante i proclami delle nazioni più “evolute” e le leggi varate da un sistema malato.

Perché l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse della Terra sono solo la conseguenza del nostro stile di vita di persone per lo più ricche fuori, ma povere dentro. Persone che hanno bisogno di continue compensazioni emotive, affidate al consumismo e all’egoismo.

Al contrario, più entreremo INDIVIDUALMENTE nella dimensione dell’ascolto e dell’amore reale, non idealizzato, più entreremo in armonia con la natura.

Perché mi sembra ormai chiaro che è solo l’individuo che può cambiare radicalmente la società.

E solo quando abbastanza individui avranno iniziato a praticare l’ecologia dell’interno, allora assisteremo anche a un meraviglioso cambiamento nel rapporto tra società e ambiente.

Il resto sono solo “Chiacchiere Green”.

Non vi abbraccio a sto giro, che sono troppo sudato.

Matteo