Qualche giorno fa, tornando da Torino, mi è capitato di imboccare per sbaglio uno svincolo autostradale. Fermata successiva 18 km. Di puro tormento.
È incredibile quanto si riesca a insultare se stessi per quegli errori che non ci permettono di rimediare subito e in modo indolore, ma che costringono a starci dentro, almeno per 18 km insomma. Anzi, 36 km, perché poi avrei anche dovuto tornare indietro. E pagare un pedaggio aggiuntivo(!!!!).
Per una stupidaggine come questa la tensione mi prende lo stomaco e mi scopro a immaginare di poter compiere una scellerata inversione a U lungo un’autostrada, oppure di mettermi a piangere battendo la testa sul volante, imprecando al cielo, alla vita, a tutte le sofferenze del mondo!
Poi mi sono dato una calmata, ho lasciato rilassare la muscolatura e mi ha soccorso ? questa breve e giocosa poesia:
La terribile sensazione
di quando in autostrada
procedi nella direzione opposta
alla direzione giusta.
Immagino che a ognuno vengano in mente tante altre situazioni del genere…
Da lì mi sono poi domandato “CHI decide che quella su cui procedo è la direzione sbagliata?”.
Certamente è la meta preposta (tornavo a casa) e la volontà di raggiungerla il prima possibile. E così mi sono anche risposto “Ma guarda un po’ quante cose si possono imparare sbagliando a prendere uno svincolo autostradale!”
E mi sono concesso di essere sulla direzione giusta. Ho reimpostato il navigatore escludendo i pedaggi. Ho guidato a lungo su strade normali, fra paesi che non conoscevo. Mi è piaciuto sapete? Ho di fatto risparmiato i soldi dell’autostrada e ho tardato non più di un’oretta, ma con la bella sensazione di aver lasciato che una scelta sbagliata mi parlasse, mostrandomi un pezzetto di mondo.
Risaie, campanili, case, fabbriche, bar, volti… lo zoo safari di Varallo Pombia mi ha stretto il cuore di ricordi… la luce del tramonto da dove non l’avevo mai guardata…
La prossima volta però col cazzo che sbaglio lo svincolo!
Anzi, magari lo faccio apposta…
Un abbraccio svincolante
Matteo