PERCHÉ LA VITA TI CORRISPONDE, SEMPRE.

Il 7 Agosto del 1974 il funambolo Philippe Petit camminava, senza protezioni, sopra un filo d’acciaio teso fra le due torri gemelle. Quel Word Trade Center che oggi non esiste più, uno dei simboli più eclatanti della ferocia distruttiva dell’uomo contro l’uomo, fu lo stesso teatro di una delle imprese artistiche a mio avviso più commoventi e suggestive che sono state donate dall’uomo a vantaggio dell’uomo. Non ero lì quella mattina, non ero nemmeno ancora nato. Mi sono bastati il documentario “Man On A Wire” (2008), con lo stesso Petit, e il film “The walk” (2015) sulla vicenda per rimanerne profondamente impressionato. Questa mia nuova avventura di poeta e blogger, associata all’attività di musicista e compositore, scaturisce in buona parte da questo incontro. L’abilità di Petit nel praticare il funambolismo e la sua sovrumana tenacia, la determinazione assoluta (il tutto, fra l’altro, si è svolto entrando di nascosto e illegalmente nella Torre Nord) nel portare a termine la sua impresa, trasformando l’idea in progetto e il progetto in azione, sono letteralmente entusiasmanti.

Ognuno di noi partorisce idee, a volte sentiamo subito trattarsi di intuizioni valide e avvertiamo quel famoso brivido lungo la schiena. E poi? E poi succede che il più delle volte nemmeno ci proviamo a concretizzarle. Oppure, dopo una fase di euforia iniziale, precipitiamo nello sconforto e la nostra creatura, la nostra idea, evapora nel mondo del “Non ce la posso fare!”. La abortiamo, adducendo mille scuse e incolpando sempre il mondo là fuori… E invece no! Anche noi ce la possiamo fare.

Un tragitto doloroso ci attende. Di strappi e addii alle nostre ombre, alle madri delle paure che ci determinano, limitandoci. Ci attendono innumerevoli slanci, intoppi e ripartenze. Attenderemo il successo e languiremo nel fallimento. Saremo vittime che si osservano da eroi. Non rinunceremo mai al nostro sogno, perché ora è la nostra Stella Polare. È la nostra stessa vita, il nostro tremore, la nostra forza orgasmica e creatrice della realtà che ci è dato realizzare nella luce del giorno, la luce sorta dal buio della notte, accumulata fino ad essere così chiara da non farci perdere mai; anche quando ci sentiremo perduti, abbandonati, disperati.

Saremo come funamboli, a camminare calmi, sopra un filo che scavalca il terrore.

Un abbraccio,

Matteo